Il melograno è una pianta che, di suo, cresce un po’ a casaccio, tende a fare un cespuglio più che un albero vero e proprio. Però, volendo, si può dare una forma diversa, tipo ad alberello con un tronco solo, dipende da come vuoi gestirlo. Negli ultimi anni sono arrivate nuove varietà che iniziano a fare frutti già dal secondo anno, quindi è diventato necessario ripensare un po’ il modo di coltivarlo, perché se fai come sempre rischi di non sfruttarlo al meglio.
Se lo coltivi giusto per te, senza troppe pretese, il sistema più comodo è quello a vaso aperto. In pratica lasci tre o quattro rami principali a circa 80-90 cm da terra e la pianta sta in piedi da sola, senza bisogno di pali o supporti vari. Facile, economico e funziona. Però, se invece hai varietà più moderne, che fanno un sacco di frutti, allora serve un metodo più strutturato, perché i rami giovani si piegano e si spezzano sotto il peso, e poi diventa un casino.
C’è un metodo, quello della Y trasversale, che prevede fili orizzontali tra pali, dove si legano i rami per tenerli ben distribuiti. Sì, è più laborioso, ma aiuta un sacco a proteggere i frutti dal sole diretto, che sennò si bruciano. E poi rende più facile il diradamento e la raccolta, insomma più pratico sotto vari aspetti.
Come gestire i frutti del melograno
Il melograno lo puoi allevare in vari modi a spalliera, a fusetto, ad alberello, con chioma libera… ma alla fine la cosa importante è evitare che i frutti prendano troppo sole diretto. Nei primi anni la chioma è scarsa e i frutti più esposti si scottano, e così ti ritrovi a perdere un bel 20-30% del raccolto.
Non proprio il massimo, no? Un’altra cosa che spesso si sottovaluta è il diradamento dei frutticini e dei fiori. Quando la pianta fa tanti frutti, non si può lasciare tutto lì, perché poi restano piccoli e non maturano bene. Bisogna toglierne un po’, anche più volte, per lasciare spazio a quelli che restano, così crescono meglio.
Poi ci sono i succhioni, quei rami lunghi e dritti che spuntano un po’ ovunque. Non servono a niente, anzi, rubano energia ai rami buoni. Però, non vanno tolti tutti a caso, alcuni possono essere utili per riempire spazi vuoti o per sostituire rami vecchi. Insomma, bisogna valutare di volta in volta. I polloni sono un altro problema.
La questione dei rami
Crescono alla base della pianta e, come i succhioni, tolgono energia al resto. L’unica è toglierli a più riprese durante l’estate, così non indeboliscono la pianta. Poi, se vuoi, puoi anche usarli per fare nuove piantine, perché sono perfetti per la propagazione. Il melograno fa un sacco di rami, e non tutti servono.
Alcuni sono sterili, altri si incrociano tra loro creando casino. Per questo serve una bella sfoltita ogni tanto, togliendo quelli già fruttificati e quelli messi male. Anche i rami secchi e malati vanno tolti appena si vedono, senza aspettare la potatura stagionale. L’idea è lasciare una forma ordinata, senza rami che puntano verso l’interno.
Se serve, si possono piegare e legare verso l’esterno, così passa più luce e aria, e si evitano problemi di malattie. Alla fine della potatura, la pianta deve avere una struttura chiara, con i rami principali inclinati a circa 40°, tipo ombrello rovesciato. Questo aiuta sia la crescita che la raccolta.
Quando potare il melograno
Il periodo migliore per la potatura è tra ottobre e novembre, o tra febbraio e marzo, quando la pianta riposa. Ma ci sono anche interventi estivi, tra giugno e luglio, per togliere nuovi succhioni e polloni e dare una sistemata alla chioma. Lasciare troppi frutti non è mai una buona idea. Rischiano di scottarsi, la pianta si sovraccarica e l’anno dopo magari produce poco.
Con un buon diradamento, invece, i frutti restano più grossi e la produzione rimane costante. Insomma, il melograno è una pianta che, se la curi bene, ti dà un sacco di soddisfazioni. Basta non lasciarla crescere a caso e fare qualche intervento mirato. Alla fine, ci vuole solo un po’ di attenzione e pazienza, ma ne vale la pena.
Un’altra cosa importante è che il melograno tende a formare troppi rami interni, quelli che si incrociano e si fanno ombra a vicenda. Questi vanno tolti, perché impediscono alla luce di entrare bene e alla pianta di svilupparsi in modo equilibrato. Se lasci crescere tutto indistintamente, dopo qualche anno hai un groviglio di rami e un raccolto scarso.
Concludendo il discorso sul melograno
Per evitare problemi, una buona regola è quella di mantenere le branche principali libere all’inizio e con una distribuzione uniforme della vegetazione. Questo favorisce la produzione e riduce il rischio di malattie. Anche la gestione dell’acqua è importante. Il melograno resiste bene alla siccità, ma se vuoi frutti belli e succosi, un’irrigazione regolare nei periodi caldi aiuta molto. Occhio però ai ristagni d’acqua, che possono danneggiare le radici. Se hai una pianta giovane, nei primi anni è fondamentale seguire la sua crescita e intervenire con la potatura di formazione.
Questo aiuta a creare una struttura solida e ben bilanciata, evitando che la pianta si sviluppi in modo disordinato. Poi, con il tempo, basta fare potature di mantenimento per garantire un buon raccolto e una pianta in salute. Se si esegue tutto con criterio, il melograno può produrre frutti per molti anni, con una resa costante e senza grossi problemi.